Con la unificazione della Germania nel 1871 non fu creato un nuovo corpus giuridico ma si adottò la più semplice soluzione di estendere a tutto il Paese le leggi in vigore nell’ex regno di Prussia. Questo procedimento in sé non fu isolato: anche l’Italia post-risorgimentale adottò le leggi piemontesi che vennero estese a tutta Italia. Tuttavia la legislazione prussiana era in assoluto la più rigida tra tutte. Questa rigidità era ovviamente applicata alla morale sessuale.
Gli atteggiamenti e le inclinazioni omosessuali erano regolate dall’Articolo 175 del Codice penale che recitava testualmente: “Un atto sessuale innaturale commesso tra persone di sesso maschile o da esseri umani con animali è punibile con la prigione. Può essere imposta la pena accessoria della perdita dei diritti civili” Parallelamente alla proibizione legislativa la medicina dell’epoca aveva classificato l’omosessualità come una degenerazione genetica o come un disturbo patologico della personalità. Normalmente medici e psichiatri della fine dell’Ottocento distinguevano poi tra una omosessualità “innata” ed una “acquisita”.
Studiosi come Krafft-Ebbing (il teorizzatore del sadismo) e von Westphal elaborarono queste teorie offrendo soluzioni di controllo sociale che, invariabilmente, assumevano caratteristiche repressive. Ciononostante – e nonostante periodiche campagne antiomosessuali specie da parte della Chiesa Protestante – l’omosessualità cominciò a costituire una coscienza di sé organizzandosi nelle prime forme organizzative europee. Questa crescita – che oggi definiremmo “di coscienza” – venne favorita dalla azione pionieristica di Karl Heinrich Ulriches che per primo, tra il 1860 ed il 1865 teorizzò l’uguaglianza sociale degli omosessuali e, soprattutto, dal medico e psicologo Magnus Hirschfeld che nel 1897 fondò il Comitato Scientifico Umanitario.
Scopo del Comitato era l’abolizione dell’articolo 175, la diffusione di corrette idee scientifiche intorno alla sessualità e alla omosessualità, il supporto ai movimenti omosessuali. All’azione di Hirschfeld si affiancò a partire dal 1903 quella di Adolf Brand che fondò la Gemeinschaft der Eigenen che puntava a qualificare l’omosessualità più come movimento culturale producendo periodici, pubbliche letture e modelli idealistici e filosofici. A cogliere il maggiore successo fu la Lega per i Diritti Umani (1923-1933) che nel momento del suo massimo sviluppo contava 48.000 aderenti.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, nel 1914 Berlino aveva 40 locali omosessuali sia per gay che per lesbiche, diversi periodici e uno sviluppo simile si andava allargando alle altre città tedesche. L’Articolo 175 pur in vigore non veniva di fatto applicato.