Per la piena cittadinanza delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender Per la dignità sociale delle famiglie omosessuali Per un’associazione partecipata Stiamo vivendo un periodo straordinario, inedito nella storia del movimento di liberazione delle identità di genere e di orientamento sessuale. Le tematiche che da tanti anni stanno al centro delle nostre esistenze di individui e di organizzazioni sono da mesi all’ordine del giorno nel dibattito politico e nella pubblica opinione.
In sostanza, ciò di cui si sta discutendo è il riconoscimento del valore sociale di identità diverse da quelle eterosessuali e di modelli alternativi a quelli familistici tradizionali. Noi siamo in buona salute, anche piuttosto allegri e divertiti, mentre gli avversari delle libertà sono in difficoltà e, per cercare di nasconderlo, alzano la voce.
Fra di noi, lesbiche, gay, transgender, si respira un’aria nuova, di quelle rare, che si respirano per brevi periodi e che capitano poche volte nell’arco di una generazione. C’è protagonismo, desiderio di partecipazione e di iniziativa, la manifestazione di una presa di coscienza del nostro valore che ha radici in una miriade di vissuti e di relazioni diversamente politiche e che oggi trovano nell’agire del movimento il luogo della propria manifestazione e del proprio riconoscersi parte di un percorso di affermazione collettiva e individuale.
Ad Arcigay, assieme ad altri soggetti, ma con maggiore vigore, va riconosciuto di aver saputo fare scelte che in tempi meno esaltanti hanno consentito alla presenza omosessuale di consolidarsi – testimoniata dalla nascita di nuove presenze Arcigay in molte province italiane –, di rendere più stabile l’esistenza di aggregazioni in territori difficili, di mantenere all’ordine del giorno dell’agenda politica quei temi che oggi emergono in tutta la loro portata ed evidenza, di avere esteso e valorizzato quel tessuto fatto di locali che consentono al popolo LGBTQ di incontrarsi, crescere nel confronto con l’altro e in un luogo privo di condizionamenti omofobi.
Tuttavia, è a tutti e tutte evidente che questo Congresso deve segnare un deciso cambio di passo. I nostri valori, le nostre culture Venti anni di azione politica della nostra Associazione, radicata nelle lotte internazionali per i diritti civili e di liberazione sessuale, hanno contribuito al cambiamento culturale del nostro Paese. Vogliamo ottenere tutele capaci di riaffermare il valore costituzionale della piena uguaglianza di ogni cittadino di fronte alla legge. Lottiamo affinché questo fondamentale criterio di giustizia possa affermarsi nella vita quotidiana delle cittadine e dei cittadini omosessuali quale valore condiviso dall’intera società italiana.
In questo quadro riteniamo indispensabile che questo Congresso segni un cambiamento di rotta: solo ripartendo dall’iniziativa sociale di base e dal lavoro diffuso potremo, da un lato, ascoltare e aiutare a crescere con maturità e consapevolezza la nuova voglia di protagonismo delle persone LGBTQ e, dall’altro, ottenere, quale necessario riscontro istituzionale, il riconoscimento giuridico dei diritti fondamentali. Vogliamo condurre un’appassionata battaglia culturale e sociale per la laicità del Paese.
La laicità è un valore super partes fondante le relazioni civili, sancito dalla nostra Costituzione, per garantire a tutte e a tutti la stessa libertà d’espressione. È indispensabile testimoniare un pensiero diffuso, un etica laica che esige il riconoscimento della pari dignità di ogni persona e di tutte le scelte etiche individuali, nessuna delle quali ha il diritto di assurgere a norma imperativa. In questo sta un grande potenziale del movimento: in un contesto in cui il fastidio verso le quotidiane ingerenze vaticane provoca crescente scontento perfino nei cattolici e l’etica laica fatica ad avere rappresentanza politica, la nostra azione contribuirebbe a rilanciare il tema a livello nazionale e creare spazi d’intervento particolarmente incisivi nel dibattito politico, civile e culturale.
Usciamo dall’impasse La politica del compromesso e della trattativa con i singoli partiti e con il “palazzo” si è dimostrata perdente, lasciandoci con un nulla di fatto a fronte di un notevole sforzo organizzativo e ad un grande dispendio di energie. Vogliamo rappresentare in Arcigay una svolta decisa e coraggiosa che possa raccogliere la rabbia delle persone LGBTQ per trasformarla in movimento di idee. Il nostro primo dovere come maggiore Associazione del movimento LGBTQ italiano è di saper disegnare l’orizzonte ideale a cui ambiamo. Un orizzonte ideale che sappia dare risposte adeguate alle richieste di giustizia e di riconoscimento. Ribadiamo con forza che i DICO non sono la legge richiesta dal movimento e che le compatibilità del Governo e del Parlamento non sono le nostre.
Governo e Parlamento facciano la loro parte, noi la nostra, senza confondere ruoli e responsabilità. In questa complessa partita dobbiamo essere una voce limpida. Voltiamo pagina Tutte queste considerazioni rendono imprescindibile uno spostamento dell’azione di Arcigay ad un piano più propriamente associativo. Scegliamo di essere movimento, tornando a parlare alle persone, incidendo, a partire dalle realtà locali, nella società civile e costruendo una rete con quanti (associazioni, movimenti, soggetti sociali) promuovono realmente ed efficacemente il progresso civile, culturale e laico del nostro Paese.
Questa scelta di movimento, e la ferma richiesta dell’uguaglianza di ogni cittadino di fronte alla legge, sono le fondamenta su cui vogliamo costruire il futuro di Arcigay e orientare le scelte e le attività dell’Associazione. L’azione condotta nella società costituirà uno stimolo al protagonismo diretto delle persone lesbiche, omosessuali, bisessuali e transgender, in un Paese nel quale la scarsa visibilità del nostro ‘popolo’ soffoca le nostre istanze e rallenta la conquista dei diritti e l’avanzamento culturale e sociale.
Ma come declinare questa opzione fondamentale di Arcigay? È necessario lavorare per l’unità e la crescita del movimento LGBTQ: solo abbandonando i ristretti orizzonti della polemica interna e la zavorra di antiche rivalità, esso potrà coinvolgere le tante e i tanti che ancora non partecipano alla lotta per la conquista della parità di diritti.
Reputiamo imprescindibile una riorganizzazione della struttura nazionale, che deve essere capace di rappresentare, in modo forte, federale e incisivo, una realtà associativa complessa e ben radicata sul territorio. Contemporaneamente si deve operare per un deciso potenziamento dell’azione politica condotta dai Comitati provinciali, quale strumento fondamentale dell’azione di un grande movimento di liberazione, nel rispetto, anche statutario, della loro autonomia decisionale. È importante, anche attraverso gli strumenti sopra evidenziati, essere sempre più protagonisti di campagne di cambiamento e di crescita sociale e culturale, oltre che di rivendicazione politica.
Idee in movimento
Molti paesi nel mondo ci hanno proposto un paradigma fruttuoso e una costante che non può sfuggire alla nostra analisi. Gli importanti risultati giuridici e sociali (là dove si sono ottenuti) non sono stati frutto del caso o esclusivo appannaggio di politici sensibili, illuminati e capaci, ma il risultato di un solido processo: l’unità del movimento LGBTQ e delle associazioni di promozione sociale.
In un contesto difficile come quello italiano, vogliamo recuperare una comunione di intenti e di ideali capaci di fondare l’unità dell’intero movimento LGBTQ. La nostra azione non dovrà essere condotta solo con lo scopo di unire le donne e gli uomini che oggi operano nel movimento, ma anche saper facilitare e stimolare tutte le persone LGBTQ a prendere piena consapevolezza della propria identità e ad assumere con serenità la scelta di una matura socializzazione della stessa, quale presupposto per la propria crescita umana e per la rivendicazione di pieni diritti e tutele sociali.
Forti del modello di unitarietà seguito nei paesi Europei in cui esistono ora legislazioni avanzate sui temi dei diritti civili, e sulla base della lotta comune per le libertà, sarà possibile la creazione di una vera e propria rete con movimenti e associazioni che operino nel nostro Paese con le medesime finalità, primo fra tutti il movimento delle donne, ma anche con tutti coloro che promuovono i nuovi diritti, le libertà, il pluralismo e la laicità. Sarà opportuna un’opera di contaminazione con altre realtà che non fanno attualmente parte del movimento ma che possiamo coinvolgere sulla base di valori condivisi.
Una nuova Arcigay
È giunto il momento di rinnovare la struttura nazionale al fine di renderla un reale strumento di supporto, di aiuto e di sintesi nei confronti di tutte le realtà locali, e assumere nel contempo un efficace ruolo di rappresentanza. La natura di Associazione nazionale e la complessità e forza con cui ci siamo radicati nel territorio necessitano di una struttura coordinativa rinnovata e di nuove capacità organizzative e politiche. Auspichiamo, dopo il successo della campagna nazionale “un PACS avanti”, la promozione di campagne nazionali capaci di fornire supporto e idee ai Comitati provinciali perché possano efficacemente elaborare e promuovere obiettivi e ideali associativi in sede locale.
Crediamo opportuna una maggiore trasparenza e una compartecipazione nei meccanismi decisionali da parte di tutta l’Associazione. La composizione del Consiglio Nazionale deve trovare nel Congresso un suo meccanismo garante della rappresentanza democratica affinché possa rispecchiare fedelmente tutte le posizioni interne ad Arcigay. Ci impegniamo per la nascita di una segreteria organizzativa, capace di essere di supporto alle esigenze dei comitati.
Crediamo sia importante marcare l’autonomia della nostra Associazione rispetto a scelte individuali di schieramento partitico, affermando l’incompatibilità fra le cariche maggiormente rappresentative dell’Associazione, Presidente, Segretario nazionale e componenti della Segreteria Nazionale, e l’assunzione di una carica elettiva all’interno di un partito politico o di un ruolo istituzionale su indicazione di un partito. Vogliamo razionalizzare in breve tempo le voci di spesa del bilancio nazionale, favorendo la trasparenza e la responsabilità al fine di liberare quante più risorse possibile da destinare all’attività politica dei comitati provinciali e dell’Associazione nazionale, riformando in particolare il sistema di tesseramento.
Un’azione lunga vent’anni
L’azione dell’Associazione deve proseguire con fermezza su questi temi: La visibilità. La visibilità è lo strumento fondamentale per l’affermazione di una cultura nuova, rispettosa del pluralismo e delle diversità. La prima forma di militanza è l’orgoglio di sé, capace di incidere con semplicità ed efficacia nel quotidiano, arrivando a trasformare la società con un’azione dal basso.
Le famiglie omosessuali
Reputiamo imprescindibile affermare la dignità delle famiglie fondate sui vincoli affettivi, convinti come siamo che sia l’amore a fondare una famiglia.
Matrimonio e unioni civili
Il nostro obiettivo rimane la piena uguaglianza di ogni cittadino e cittadina di fronte alla legge. Sarà nostro compito nei prossimi anni promuovere questa parità, chiedendo di avere accesso al matrimonio civile e all’adozione, come ogni altro cittadino della Repubblica italiana. Rimane importante sostenere il riconoscimento di istituti giuridici innovativi (come il PACS), che vengano incontro alle esigenze della pluralità di relazioni proprie di una società articolata e complessa.
Lotta all’omofobia
La nostra azione sociale non può certo prescindere dall’affermazione di valori come il rispetto e la tranquillità di vita delle persone e delle famiglie omosessuali.
Salute
La lotta all’HIV/AIDS è uno degli ambiti prioritari di intervento della nostra Associazione. Data la situazione di diffusione del virus nel nostro Paese e tra la popolazione LGBTQ, è necessaria un’azione di rilancio sia dell’attività di prevenzione sia dell’attività di tutela e assistenza rivolta alle persone omosessuali sieropositive.
Questione femminile e Omogenitorialità
La valorizzazione della presenza femminile all’interno di Arcigay, è un obiettivo da perseguire con costanza anche per il futuro. L’autodeterminazione, la lotta contro la violenza alle donne, le pari opportunità e la modifica della legge 40 sulla procreazione assistita che permetta l’accesso alle tecniche di riproduzione, sono i punti fondamentali che ci guidano.
Problematiche del lavoro
È necessario che vengano sviluppati argomenti, attività e azioni di lotta contro la discriminazione sia nell’ambiente di lavoro sia in ingresso al mondo del lavoro stesso. Promuoviamo politiche attive del lavoro, tutele reali e modifiche delle normative antidiscriminatorie in vigore, adesso quasi inapplicabili.
Trans e identità di genere
Dobbiamo ideare e proporre iniziative positive che possano migliorare la qualità della vita delle persone trans, effettuare azioni contro la transfobia e riflettere, insieme alle associazioni trans, sulle questioni legate all’identità di genere.
Mezzogiorno
La presenza di Arcigay nel Mezzogiorno è una sfida che reputiamo irrinunciabile. La nostra presenza al Sud può acquistare un valore aggiunto in virtù dei principi di legalità, di solidarietà, di non violenza e di visibilità.
Questione culturale
Riteniamo che la proposta culturale di Arcigay si sia affievolita negli anni e risenta di una generale crisi di diffusione e livello. Rimettiamo in campo una grande passione culturale, capace di affrontare la “questione omosessuale”.
Continueremo il lavoro già iniziato su: le iniziative per la nostra memoria storica, le questioni legate alla forte immigrazione omosessuale, la valorizzazione della componente giovanile, la riflessione su disabilità e omosessualità, la formazione dei volontari, la qualità dei servizi offerti alla comunità LGBTQ, il rapporto con le religioni, le relazioni con l’Europa e le sue istituzioni nonché la questione della libera circolazione dei cittadini, la promozione di una efficace struttura giuridica. Ambiti nei quali dovremo essere presenti in modo sempre più qualificato ed efficiente.
Liber* tutt* Con Arcigay vogliamo tornare a parlare a cittadine e cittadini. Siamo determinati a non transigere sui nostri diritti che, in quanto tali, vanno conquistati e non concertati, senza se e senza ma. Desideriamo che l’azione di Arcigay sappia esprimere compiutamente il desiderio di libertà e uguaglianza di lesbiche, gay, bisessuali e transgender, abbandonando reticenze e tatticismi che talvolta ci hanno fatto apparire moderati nella proposta dei nostri valori e nella difesa dei nostri diritti fondamentali.
Vogliamo essere portatori di una cultura laica e democratica, il motore di sostanziale cambiamento civile e culturale dell’Italia, affinché sia data a ogni persona la piena uguaglianza. Attraverso strumenti come il rinnovato protagonismo dei Comitati provinciali, la rappresentatività della struttura nazionale e l’unità di intenti di tutto il movimento LGBTQ, Arcigay svolgerà un ruolo di primo piano nel processo di cambiamento del paese.
L’orgoglio per le nostre identità, la dignità delle nostre culture, la ricchezza sociale delle nostre relazioni affettive, la forza dei nostri valori e il desiderio di giustizia potranno fondare le basi di un movimento di idee e di una rete solidale per dare forza alle lotte di libertà.
Solo così il sogno di un’Italia più civile potrà trasformarsi in realtà quotidiana capace di dare serenità di vita e piena cittadinanza alle persone omosessuali, bisessuali e transgender.
Sottoscrivono
Ezio Menzione, Luca Trentini, Sergio Mazzoleni, Sandro Mattioli, Alessandro Tosarelli, Simonetta Brizzi, Maurizio Cecconi, Marica Fiorio, Matteo Cavalieri, Francesco Baldini, Anita Mereu, Davide Puppa, Gianluca Archetti, Antonio Soccio, Stefano Pieralli, Beppe Ramina, Fabrizio Montanari, Danilo Rosato, Andrea Zucchini, Giuseppe Tribuno, Samuele Cavadini, Sciltian Gastaldi, Diego Scudiero, Ruggero Vergine, Valentina Brizzi, Beatrice Fasoli, Elisa Bruno, Morena Ometto, Flavio Romani, Marco Renzi, Mauro Terzi, Roberto Zugno, Luca Amato, Enzo Bollani