GRAZIE A TUTT*!
Sono stati giorni faticosi ma felici, perché eravamo insieme.
Sono stati giorni intensi e positivi, perché non abbiamo mai perso di vista il rispetto.
Sono stati giorni difficili ma sinceri, perché abbiamo sconfitto le nostre paure.
Sono stati giorni in cui abbiamo scoperto di essere davvero famiglia.
Ed abbiamo scoperto di avere braccia capienti ed occhi sapienti,
perché la nostra casa diventa ogni giorno più grande.
Perché siamo la cosa più bella che possiamo avere,
ma siamo anche la cosa più bella che possiamo essere.
Amici veri.
Arcigay: richiediamo con forza il matrimonio Si è concluso a Perugia il XIII Congresso nazionale di Arcigay, da 25 anni la maggiore Associazione lesbica e gay italiana, che conta più di 180.000 soci. I circa 200 delegati hanno ribadito conforza nella mozione programmatica approvata e in più documenti politici l’urgenza delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender italiane divedere riconosciuta la parità di diritti per tutti i cittadini.
In particolare si è riaffermata la richiesta dell’accesso al matrimonio anche per le coppie dello stesso sesso, anche attraverso la programmazione di iniziative e campagne nei prossimi mesi.
All’inizio dei lavori della giornata, il congresso ha accolto con una standing ovation il passaggio di Paola Binetti, contro cui l’associazione ha in corso unacausa civile per le sue affermazioni omofobiche, nel suo giusto partito, l’UDC responsabile della vergognosa votazione del Parlamento che in ottobre ha promossola pregiudiziale contro i differenti orientamenti sessuali, paragonandoli azoofilia, incesto e pedofilia.
Sono stati eletti i nuovi organi dirigenti.
Il siciliano Paolo Patanè (a sinistra nella foto) ha sostituito Aurelio Mancuso come presidente nazionale, mentre il bresciano Luca Trentini (a destra nella foto) prende il posto di Riccardo Gottardi come segretario nazionale.
Patanè, primo firmatario della mozione approvata, Essere Futuro, è da tre anni coordinatore di Arcigay Sicilia e responsabile Salute.
Il congresso ha inoltre eletto il nuovo consiglio nazionale, composto da 73 persone, esponenti di tutti i 46 comitati territoriali e ha riconfermato l’udinese Alberto Baliello come presidente del Collegio Garanti
Nonostante l’acceso dibattito tra le due mozioni che si confrontavano, il congresso ha approvato in maniera condivisa una serie di ordini del giorno che impegnano l’associazione in differenti priorità: un fondamentale impegno nelle politiche di prevenzione da HIV, la costruzione di nuovi strumenti di formazione e relazione per la socializzazione delle persone lgbt, la messa in rete delle buone pratiche per lo sviluppo dei comitati provinciali e dei circoli, il proseguimento della lotta contro lo sviluppo delle anti scientifiche teorie riparative, che con la collusione delle gerarchie ecclesiastiche vorrebbero riportare le persone lgbt nell’invisibilità e nella sofferenza