ARCIGAY SEGUIRÀ GLI INCONTRI DI SUOR ROBERTA VINERBA

Perugia, 27/04/2007

ARCIGAY SEGUIRÀ GLI INCONTRI DI SUOR ROBERTA VINERBA

UNA DELEGAZIONE DELL’OMPHALOS SARÀ PRESENTE A TUTTI GLI APPUNTAMENTI PUBBLICI DI “SE QUESTO E’ AMORE” PER OSSERVARE, VIGILARE E DENUNCIARE EVENTUALI MESSAGGI OMOFOBI E DISCRIMINANTI

Iniziato da poco più di due settimane, l’ormai famoso e curioso corso di Suor Roberta Vinerba “Se questo è amore”, si è in parte rivelato per quello che realmente vuole essere: un astuto tentativo di educare giovani e giovanissimi ad un unico modello di amore e di rapporto di coppia, escludendo e ridicolizzando tutto quello che non è contemplato dalla dottrina di santa romana chiesa. Infatti, la furba suoretta, con linguaggio giovane e sciolto, un misto di sacro e profano, cerca di accattivarsi la vasta platea di adolescenti e propinare loro come unico modello valido di famiglia e di rapporto d’amore lo stravecchio “modello mulino bianco”, che ormai è così distante dalla realtà che solo un extraterrestre potrebbe non essersene accorto. «Suor Roberta Vinerba è una vecchia conoscenza – spiega Stefano Bucaioni, segretario di Arcigay – nella passata edizione dei suoi corsi, aveva invitato un medico psicoterapeuta, decisamente poco professionale, per spiegare alla platea di adolescenti il perché l’omosessualità fosse una malattia e una pratica contro natura. Anche quella volta noi eravamo lì e cercammo d’intervenire, ma non ci fu permesso. L’assurda lezione sull’omosessualità, guarda caso, non prevedeva dibattito.» «Quest’anno – continua Bucaioni – saremo presenti a tutti gli incontri pubblici di “Se questo è amore” per osservare, vigilare e denunciare eventuali messaggi omofobi e discriminanti e per cercare di far conoscere a tutti in che modo la Chiesa Cattolica, senza rispetto per le specificità e per il processo di crescita di ogni singola persona, educa questi poveri ragazzi ad un unico modello di amore. Il risultato? Chi non si riconosce in questo modello, se non ha la forza ed il coraggio di reagire, può fare la fine del piccolo Matteo di Torino, suicidatosi perché non riusciva più a sopportare gli insulti e i sensi di colpa che i compagni gli scaricavano addosso quotidianamente.» Il 17 maggio al 110 caffè di Perugia, in occasione della giornata mondiale contro l’omofobia, l’Arcigay Arcilesbica Omphalos con il patrocinio del Comune di Perugia, ha organizzato un convegno dal titolo “Chi ha paura dell’omo cattivo?”, al quale sarà invitata anche Suor Roberta, per spiegare cosa fa la Chiesa Cattolica per combattere l’emarginazione e la violenza che, ancora oggi, subiscono tante persone omosessuali e transessuali. L’invito le era stato rivolto anche l’anno scorso, sempre in occasione della giornata mondiale contro l’omofobia, ma l’indaffarata Suora, guarda caso, non è potuta venire.

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