Gay e lesbiche in piazza per la laicità e i diritti di tutti

Perugia, 19/06/2007

Sabato 16 giugno, mentre l’Umbria si preparava alla visita del Papa, a Roma si è tenuta la più grande manifestazione di piazza per i diritti civili, la libertà e la laicità di questo paese. Trecento mila, cinquecento mila, un milione. Poco importano le cifre che questura, giornali e organizzatori hanno dato, il fatto è uno e indiscutibile: piazza San Giovanni era piena e in festa. Riguardando le splendide foto di quel sabato memorabile, non servono calcoli matematici per capire che la piazza del Gay Pride non aveva niente da invidiare alla piazza del Family Day.

Non aveva niente da invidiare per i numeri, per la positività del messaggio ma, soprattutto, per le famiglie presenti. Sì perché, che lo si voglia o no, sabato a San Giovanni c’erano centinaia di migliaia di famiglie. Le “famiglie tradizionali” e le “nuove famiglie” hanno marciato insieme in perfetta armonia, senza che l’una fosse turbata dall’altra, senza egoismi e imposizioni, dandosi man forte e sostegno, chiedendo allo stesso modo, con voce unisona: “diritti per tutte le famiglie”. Esattamente il contrario di quanto successo il 12 maggio al Family Day, dove un solo tipo di famiglia si arrogava il diritto di sentirsi normale e pretendeva in esclusiva il riconoscimento, l’attenzione e la tutela dello Stato.

Quella del 12 maggio è stata una piazza che ha diviso, che ha escluso, che ha sbattuto la porta in faccia a milioni di persone, per il solo fatto di avere un’identità o un orientamento sessuale diverso. Quella piazza, supportata e finanziata dalla chiesa cattolica ha perso! Al contrario, il Pride del 16 giugno a Roma ha vinto! Perché ha lasciato aperta la sua porta a tutte le famiglie, a tutte le differenze. Ha vinto perché ha saputo interpretare e farsi portavoce di una grandissima parte d’Italia, quella parte che chiede diritti, che chiede attenzione, quella parte che non guarda alla composizione di genere della famiglia, ma all’amore e al valore sociale di essa. In piazza, insieme ad Arcigay e a tutto il movimento LGBT, c’era la CGIL, l’Arci, il movimento delle donne, il movimento pacifista, i partiti della Sinistra, Amnesty International e tantissimi altri soggetti che in questi anni hanno fatto crescere l’Italia.

Tutti in piazza per chiedere “parità, dignità e laicità”. Parità dei diritti per le persone omosessuali e transessuali, che ancora, in questo paese, devono sopportare l’assurda mancanza di una legge che riconosca e tuteli le coppie dello stesso sesso. Dignità per tutte le differenze, perché esse rappresentano una ricchezza per tutti e lo Stato dovrebbe essere in prima linea per tutelarle da discriminazioni e violenze. Ed infine laicità, perché la storia ci insegna che solo in un paese veramente laico, fede e stato possono convivere serenamente.

Tornati da Roma non ci fermiamo, ci aspetta il XX giugno di Perugia, altra data importante che l’Omphalos ricorderà, insieme agli amici Radicali, sabato 23 giugno alle ore 21 alla Terrazza del Mercato Coperto. “Benedetti Laici”, questo il titolo dell’iniziativa che vedrà presenti, per parlare di laicità, lo storico Franco Bozzi, il sociologo Roberto Segatori, Don Giovanni Franzoni delle comunità di base di San Paolo e Marco Pannella.

Stefano Bucaioni
Segretario Arcigay Arcilesbica Omphalos Perugia