Le 10 chimere dell’Omofobia

C’è chi dice che non esiste, che è uno spettro inventato. Che non esiste nelle scuole. Che non esiste nei luoghi di lavoro. Che non esiste per strada quando l’insulto massimo che ti viene in mente ad un semaforo è “frocio”. Non esiste neanche quando qualcuno dice “io sono contro le coppie gay”, come se una parte della società avesse il diritto di decidere se un amore, una coppia, una famiglia, vale qualcosa oppure no. Per alcuni non esiste neanche quando una persona gay, lesbica, bisessuale o trans viene aggredita, magari uccisa, o portata ad uccidersi perché “diversa”. Ma l’omofobia esiste: è tutto questo, e molto di più.

1. Libertà d’espressione, non arma con cui ferire

Nascondere istigazione all’odio, discriminazione, atti di violenza dietro al dito di uno dei diritti fondamentali dell’uomo, è diventato un trend tristemente comune nel nostro Paese. Dire che delle persone dovrebbero essere trattate diversamente davanti allo Stato e alla società per l’orientamento sessuale, l’identità di genere, la razza e qualsiasi altra caratteristica non è espressione di libertà, ma di repressione, del più becero razzismo e contro qualsiasi principio egualitario: un tentativo di giustificare un odio che molte persone non riescono a scrollarsi di dosso.

2. LGBTI, come natura ha voluto

La poca informazione spesso genera molta discriminazione. “Innaturale”, “contro-natura”: cos’è la natura? Quando una persona è naturale, e quando non lo è? L’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, definisce l’omosessualità come una variante naturale del comportamento umano. Non una malattia, non una deviazione, ma una variante: una delle tante possibilità e caratteristiche che ogni persona ha, così come riscontrato in oltre 1.500 specie animali. È abbastanza per dire che le sfumature dell’orientamento sessuale e dell’ identità di genere siano assolutamente naturali, non ti pare?

3. Non un ghetto, ma una comunità

Una comunità non è un ghetto. Una comunità è un insieme di persone che condividono delle caratteristiche. Anni, secoli di discriminazione hanno prodotto l’esigenza di avere luoghi sicuri, in cui condividere esperienze, scoprire se stessi e capire che si può costruire insieme un mondo più giusto. Ma la comunità LGBT non si autoghettizza: è in marcia verso l’obiettivo comune dell’uguaglianza, in una società aperta ed inclusiva per tutte le persone che la compongono.

4. L’Amore, in tante forme

Contrariamente a quanto alcune persone vorrebbero far credere, nessuna famiglia è in pericolo! Gay, lesbiche, bisessuali, trans si battono proprio perché anche le loro famiglie vengano rispettate, non per togliere importanza alle coppia eterosessuali. Come esistono persone diverse, esistono diverse forme di famiglia, diverse forme di amore, che meritano lo stesso rispetto e tutela di fronte alla legge e alla società. Un “Sì” per l’uguaglianza In Italia non tutti i cittadini hanno accesso agli stessi diritti. Al matrimonio, per esempio, che è un diritto, possono accedere solo le coppie eterosessuali. Gli omosessuali pagano le tasse come ogni persona che non intenda danneggiare lo Stato, ma quando si tratta di avere diritti oltre che doveri, si trovano ancora a dover chiedere un “sì” non al proprio o alla propria partner, come semplicemente accade fra le coppie eterosessuali innamorate, ma ad una Nazione intera.

5. L’uguaglianza può essere raggiunta, con un “sì”.

Un figlio non è un capriccio. No, non lo è affatto. Non lo è per le coppie eterosessuali, come non lo è per le coppie omosessuali, che attraversano iter lunghissimi per concepire ed amare un figlio o una figlia. Nessun preservativo rotto, nessun frutto del caso, ma solo della voglia di amare: diritto che non dovrebbe essere negato a nessuno! No, per nessuna coppia omosessuale avere un figlio è stato un semplice capriccio.

6. “Teorie” ed altre invenzioni

La cosiddetta “teoria del gender”, traduzione volta a drammatizzare del semplice “teoria del genere”, non è altro che un’invenzione di gruppi che investono il loro tempo solo nell’odio e nella discriminazione, una macchina del fango creata dagli omofobi, che chiama “indottrinamento” l’educazione alle differenze, che attribuisce un senso negativo alle attività fatte affinché la nostra società cresca più consapevole delle varietà che esistono, e impari a rispettarle in uguale misura. L’uguaglianza e il rispetto non sembrano grandi minacce, no?

7. Anche il silenzio uccide

L’indifferenza è un’omicida silenziosa, che ancora oggi nel 2015 continua a mietere vittime fra giovani lesbiche, gay, bisessuali e trans: perché non è solo l’omofobia a ferire, ma anche il non occuparsene, il dire “non è un problema mio”. Se ci pensi, ti verrà sicuramente in mente un momento in cui avresti potuto essere un supporto per qualcuno, ma non l’hai fatto.
Pensa a quante cose potrebbero essere diverse se lo avessi fatto, senza paure, parlando invece di scegliere il silenzio, con la sola consapevolezza di aver contribuito a fare del bene.

8. L’Orgoglio di essere libere e liberi

Pride significa Orgoglio, orgoglio di sentirsi liberi, di vivere chi si è, di rivendicare dei diritti in una società che ancora fatica a riconoscere i principi fondamentali di uguaglianza. Per questo c’è bisogno dei Pride, per ricordare che ci siamo, quanti siamo, e perché non si perda mai di vista l’obiettivo ultimo: che ognuno possa vivere la propria identità, meritando lo stesso rispetto e gli stessi diritti.

9. Dalla parte giusta della storia

Il vento del cambiamento spinge sempre di più nella direzione dell’uguaglianza, del pari rispetto per ogni persona indipendentemente dal suo orientamento sessuale, dal colore della sua pelle, dal suo genere. Quando fra 20 anni guarderai indietro, da quale parte ti collocherai? Dalla parte di chi lotta perché tutte e tutti abbiano gli stessi diritti, o di chi si accanisce perché altri non li abbiano?

10. L’OMOFOBIA ESISTE, MA CONTIAMO SU DI NOI E SU DI TE, PERCHÉ NON SIA PIÙ COSÌ.